“Mi da’ tristezza questo momento politico. Mi preoccupa l’andamento mercato, non per me ma per l’Italia. La recessione… le cose non vanno bene e questo mi preoccupa. E anche la non lettura della gente e il crollo dei giornali, io sono per la carta”.
Francesco Guccini, ospite di ‘Circo Massimo’ su Radio Capital, non vuole parlare di politica, ma è evidente come il suo giudizio sul periodo che sta attraversando il Paese non sia positivo. Non gli piace chi afferma che si stava meglio prima, preferisce dire si stava “meno peggio”. E fa un esempio: “Meno peggio perchè ad esempio a Bologna al liceo Copernico un gruppo di insegnanti, preside compreso, ha fatto un documento, una lettera per spiegare agli alunni il fenomeno dei migranti agli alunni, e mi sembra una cosa giustissima da fare. C’è stato subito un sollevamento di scudi, ad esempio dalla Borgonzoni, hanno sollevato un putiferio. Ora, se si lede la libertà di insegnamento ci si va un pochino “verso il regime”. E’ pericolosa questa iniziativa “dell’ispezione”.
Lei ha detto che sente in giro un’arietta di Weimar…
“Sì, non e’ uguale a Weimar, ma un’atmosfera, un certo sentore, un profumo del genere secondo me c’è. E questo episodio del liceo Copernico somiglia a “un tentativo di regime: ti faccio star zitto, ti obbligo a star zitto”.
Ma, aggiunge Guccini, “è incredibile come la memoria sia così corta negli italiani, ci si dimentica che noi, tanta gente è andata a guadagnarsi il pane all’estero. Oggi si dimentica di questo, si bada a quel poco che si ha e si ha paura del diverso”.
E osserva con amarezza: “La gente non legge più, guarda solo la tv e i giornali non vendono, sono tutti attaccati al telefonino. Oggi non legge più nessuno, pochissimi leggono. Quando entro in una casa e vedo una bella biblioteca e non due libri buttati su un mobiletto, penso finalmente una casa di persone serie”.
Se il M5s è il nuovo? “Sì e no. Sì per certe idee, certe spinte sono naturali dei giovani, che dicono “adesso ci penso io”; no perchè mi sembra che ci sia una forma di impreparazione generale. Quando parlano, molto spesso, parlano come i testimoni di Geova che vogliono convincerti che il mondo è stato creato o che i dinosauri non sono esistiti”. Questo modo di fare “mi lascia perplesso. Avere una fede cieca e assoluta è roba di altri tempi che non mi riguarda”.
Ma ce ne è anche per la sinistra: “E’ che la sinistra dal 1921, dal congresso di Livorno… C’e’ sempre qualcuno che è più a sinistra di te, non fanno altro che dividersi”.
C’e’ sempre qualcuno “più furbo, più colto più a sinistra e ti guardano malissimo. Durante gli anni caldi mi sono sentito dare del fascista e lo hanno fatto anche con Dario Fo”.
E ancora: “Per me uno che dice che le ideologie sono superate si autodefinisce di destra, automaticamente”, spiega Guccini che si sofferma sulla rabbia che si vede in giro oggi: “La rabbia degli anni ’60 era la rabbia dei giovani che avevano iniziato ad accorgersi di avere un’opinione, qualcosa da dire, che le cose non funzionavano e bisognava cambiarle. La rabbia di adesso è rancore, invidia, paura: ho fatto piccole cose e non voglio che le portino via, che me le rubino”. Idee chiare anche sull’uso della rete e dei social. Per Guccini “con internet uno ha tutte le notizie, c’è il mondo a disposizione, però, molta gente senza telefonino non riesce più a fare le operazioni”.
E sulla scuola, dalle elementari in avanti, parla di “decadimento”. E ricorda che “quando gli anarchici o i socialisti dell’800 dicevano voi proletari avete 300 parole e il vostro padrone ne ha 1000, era per dire che dovevano studiare e arrivare a quelle 1000 parole”. Racconta poi di essere caduto, ma “di stare un po’ meglio” e di andare in giro “con un tetrapode, un bastone fatto a punte che sembra una cosa di fantascienza… l’invasione dei tetrapodi”, scherza.
Infine la sua Pavana: “L’Italia vista da Pavana è abbastanza strana. Certo, qui l’età media e sui 90 anni, ci sono pochissimi giovani e quindi le opinioni di Pavana sono strane”.
Però “il Comune è di centrosinistra”.
E conclude: “A Pavana si vede il cambio di stagione, e vedere ogni giorno, granellino dopo granellino il ritorno della primavera, mi da’ una grandissima gioia”.
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